Naturland Fair

Uganda: Sesamo, progetti sociali e cambiamenti strutturali

Grazie al potere della fotografia, una visita a un partner mostra gli aspetti meno conosciuti dell’Uganda, concentrandosi sui diritti dei lavoratori

Thomas Beutler and Ann-Kristin Schmidt, Naturland e.V.

Cosa fanno gli esperti del team Commercio equo e solidale e responsabilità sociale Naturland quando fanno visita a un partner internazionale? Cercano di comprendere la produzione e la lavorazione dei vari prodotti agricoli tramite una visione molto particolare: quella umana, cioè delle persone dietro a ogni partner Naturland. Come producono i prodotti? Quali sono le condizioni di lavoro durante la lavorazione? I diritti umani sono rispettati? In breve: il partner Naturland rispetta gli standard sociali Naturland come stabilito nel contratto? Se la risposta è no, cosa può fare il partner Naturland per migliorare la situazione?

Segui Thomas Beutler, consulente tecnico per la responsabilità sociale, e Ann-Kristin Schmidt, esperta di commercio equo e solidale, nella loro visita al partner Naturland Gulu Agricultural Development Company (GADC) in Uganda attraverso una serie di fotografie.

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    Tra distruzione e opportunità

    Il nord dell’Uganda risente ancora delle conseguenze di uno dei conflitti africani più lunghi e violenti. La guerra scoppiata tra LRA (Lord's Resistance Army, cioè l’Esercito di Resistenza del Signore) e l’esercito ugandese (1987-2006) ha costretto più del 90% della popolazione a rifugiarsi nei campi profughi, alcuni dei quali sono ancora attivi. Nel conflitto hanno perso la vita decine di migliaia di civili. Secondo i dati ONU, il numero di bambini e ragazzi rapiti e reclutati a forza dall’LRA potrebbe arrivare a 65.000. Sono anche stati commessi numerosi crimini contro l’umanità. Nonostante il fallimento dei negoziati di pace, nel 2006 l’LRA si è ritirato dall’Uganda con un fragile cessate il fuoco.

    Oggi molte delle infrastrutture rurali distrutte sono state ricostruite. Ma intere zone non sono più utilizzate per l’agricoltura, a volte addirittura da decenni. Oltre agli strascichi politici, economici e sociali lasciati da questo violento conflitto, la situazione offre agli agricoltori opportunità uniche nel loro genere perché molti terreni sono in ottime condizioni: la possibilità di produrre colture bio per la vendita, oltre all’agricoltura di sussistenza, e quindi generare ulteriori profitti per le famiglie.

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    Sesamo: dall’India all’Uganda

    Il sesamo è originario dell’Asia orientale e in India è coltivato da oltre 5.000 anni. Oggi questa pianta erbacea annuale è coltivata nelle regioni calde di tutto il mondo. I frutti della pianta hanno una fine peluria e capsule allungate che arrivano fino a 3,5 cm e contengono i piccoli semi di forma appiattita.

    Grazie alle condizioni meteo favorevoli e alla salute del suolo, gli agricoltori nel nord dell’Uganda riescono ad arrivare anche a due raccolti l’anno. Insieme a manioca, mais, chia e soia o arachidi, il sesamo è coltivato a rotazione con numerose colture per preservare la qualità del terreno. Oltre che per il sesamo, queste colture sono impiegate per uso personale e per la vendita nei mercati locali.

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    I piccoli produttori raccolgono il sesamo

    Prima di arrivare alla maturità completa, gli steli con i semi di sesamo sono raccolti e legati insieme in mazzi. Spesso la raccolta avviene a mano con le famiglie di agricoltori. Le famiglie che hanno zone di coltivazione più ampia assumono dei braccianti come aiuto nella raccolta. Il compenso è un prezzo a zona che viene stabilito informalmente a livello regionale.

    Per far essiccare i semi di sesamo, i mazzi sono impilati su griglie di legno. Una delle difficoltà del processo di essiccazione è il meteo: la pioggia non aiuta per nulla. Ma a causa del cambiamento climatico tutto questo si trasforma spesso in una sfida per gli agricoltori.

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    Standard sociali in agricoltura

    Gli standard sociali Naturland si basano sulla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU, sulla Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’ONU e sugli standard fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).

    Coprono tutta la filiera, esclusi i trasporti. Per l’implementazione a livello locale, i tecnici Naturland devono conoscere le relative leggi sul lavoro e problemi a livello sociale di quel Paese o quella zona.

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    Fare rete per i diritti sul lavoro

    È proprio per questo che è necessario fare rete con esperti locali: i nostri esperti di responsabilità sociale si stanno gradualmente mettendo in contatto con gli uffici nazionali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) dell’ONU e altre organizzazioni locali.

    A Kampala, capitale dell’Uganda, hanno incontrato Jacqueline Banya dell’ILO e Douglas Opio, esperto di leggi sul lavoro della Federazione dei datori di lavoro ugandesi. Ecco cosa hanno imparato: la sfida più grande in Uganda sono le condizioni di lavoro, per lo più informali. Una fase essenziale è quindi la formalizzazione delle condizioni di lavoro in modo che i lavoratori usufruiscano di strutture sociali formali, conoscano i propri diritti e quindi possano uscire dalla condizione di lavoratori poveri o “working poor”.

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    Garantire la qualità da una prospettiva di responsabilità sociale

    Lo scopo delle visite di controllo della qualità ad opera degli esperti Naturland è comprendere la situazione e l’organizzazione delle condizioni di lavoro con particolare attenzione agli standard sociali di Naturland. Le imprese sono inoltre informate sulle strutture che funzionano già ed è bene conservare.

    Per avere una panoramica delle condizioni di lavoro si visita l’azienda agricola, si esamina la documentazione e si fanno colloqui con i lavoratori e la direzione dell’azienda. I risultati possono mettere in luce aspetti da migliorare per rispettare le leggi nazionali, ma anche per ottenere e mantenere nel lungo periodo la certificazione Naturland e superarne le ispezioni. Infine, tutto questo migliora il benessere dei lavoratori.

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    Formazione migliore e dipendenti più soddisfatti

    La foto mostra lo staff di GADC in formazione su come gestire gli incendi a cura dei vigili del fuoco. Oltre a corsi periodici per migliorare la sicurezza occupazionale, GADC offre ai dipendenti anche pasti gratis, acqua potabile e un sistema di gestione dei reclami anonimo ed efficiente. Questo migliora molto la soddisfazione dei dipendenti.

    In generale, le sfide da affrontare in Uganda sono la mancanza di un salario minimo ufficiale e il fatto che l’iscrizione dei lavoratori al sistema NFFS, il fondo pensione ugandese, spesso non funziona. In parte ciò è dovuto ai datori di lavoro che non sanno come iscrivere i propri dipendenti. A volte invece l’iscrizione non riesce perché il dipendente non è in grado di fornire un documento di identità. Spesso in Uganda richiedere un documento del genere è un processo molto lungo e pieno di burocrazia.

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    Le relazioni personali al centro

    Alla fine della visita di controllo qualità vi è una discussione conclusiva in cui gli esperti di responsabilità sociale Naturland presentano osservazioni. Grazie alla collaborazione di GADC, lo scambio è stato molto fruttuoso e costruttivo, consentendo a entrambe le parti di capire prospettive e contesti reciproci.

    Naturland crede fortemente che costruire relazioni personali durante le visite in loco e mantenere i contatti garantiscano lo sviluppo e quindi un aumento del benessere dei lavoratori.

    Tutte le immagini: Thomas Beutler/Ann-Kristin Schmidt, Naturland e.V.


    Autori

    Ann-Kristin Schmidt si occupa di commercio equo e solidale e della responsabilità sociale per Naturland e fornisce assistenza ai partner Naturland Fair in Africa per implementare gli standard di commercio equo e solidale. È anche responsabile delle attività di networking nelle iniziative agricole sociali e con il supporto della comunità.

    Thomas Beutler è un esperto di responsabilità sociale per Naturland. Fornisce supporto ai partner di tutto il mondo per implementare condizioni di lavoro dignitose lungo la filiera agricola. Si occupa anche di fare rete per Naturland con esperti di diritti del lavoro a livello internazionale come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e altri enti.